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Altro che uscire dall’ue, c’è chi beneficia di un sacco di contributi

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di MATTEO CORSINIunione-europea al collasso

“Il documento presentato a Bratislava dal Gruppo di Viesegrad è quello di chi vuole uscire. Bisogna agire”. Enrico Letta, che dopo l’invito a stare sereno rivoltogli via twitter da Renzi poco prima di defenestrarlo da palazzo Chigi è (momentaneamente?) andato a fare il professore in Francia, è sempre stato tra gli europeisti senza se e senza ma. Quelli, per intenderci, per i quali serve sempre più Europa anche se si tratta di riparare un rubinetto nel lavandino di casa.

A suo parere “bisogna agire” perché la levata di scudi di alcuni Paesi dell’est nei confronti di temi quali l’immigrazione potrebbe preludere a nuove uscite dalla Ue, dopo Brexit. A mio parere i governi del Gruppo di Viesegrad, composto da Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, si guarderanno bene dall’uscire dall’Unione europea. Un conto è la retorica utilizzata, spesso a fini di politica interna. Altra cosa è uscire dalla Ue, dato che per tutti quei governi rimanerci rappresenta una manna.

Il perché è presto detto: contrariamente al Regno Unito, che pur beneficiando di condizioni speciali è contribuente netto al bilancio Ue, i Paesi del Gruppo di Viesegrad sono beneficiari netti per circa 14.5 miliardi di euro complessivi ogni anno, in quote comprese tra l’1.5 e il 3 per cento dei rispettivi Pil.

Mi permetto anch’io di consigliare a Letta di stare (dal suo punto di vista) sereno: nessuno di quei Paesi uscirà dalla Ue. Qualcun altro (per esempio chi paga le tasse in Italia) continuerà a mettere quei 14.5 miliardi di buoni motivi per non uscire.

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1 COMMENT

  1. Allora ciurlano nel manico anche i governi di questi paesi.
    E dire che ci contavo sulle loro spinte allo scioglimento o al distacco dalla Ue.
    Non sapevo quanta grana incassassero dalla Ue.
    Penso, peraltro, che potrebbero anche arricchirsi se uscissero dalla Ue e non subissero oltre le norme limitative che vengono loro imposte in ogni ambito.
    In altre parole, se questi paesi rilevano che ci possa esser un vantaggio dalla loro uscita dalla prigione Ue, essi usciranno e usufruiranno della libertà piuttosto che di finanziamenti eurotargati.

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