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Debito e deficit calano solo nella testa di renzi e padoan

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renzi_padoandi MATTEO CORSINI

Afferma il ministro Padoan: “È un impianto coerente con le precedenti leggi di Stabilità, orientato allo sviluppo. L’indebitamento aiuta a finanziare gli investimenti, ma il deficit scende rispetto agli anni precedenti e anche il debito comincia a calare dal 2017. E abbiamo evitato che aumentasse l’Iva per oltre 15 miliardi, come previsto dalle clausole di salvaguardia”. Difendere le manovre di bilancio volute da Renzi non è affatto semplice, se non si vuole ricorrere a modifiche della realtà. E c’è una cosa, infatti, che in 1000 giorni di governo non è stata fatta da Renzi è stato approfittare delle circostanze esogene estremamente favorevoli per migliorare effettivamente i conti pubblici.

L’azione della BCE ha oggettivamente compresso il costo marginale del debito pubblico, tanto che oggi lo Stato spende circa 20 miliardi all’anno in meno di quanto preventivasse nel 2014. Eppure la spesa pubblica non è diminuita per nulla, anzi.

Lo stesso governo ogni primavera promette alla Commissione europea una riduzione del deficit che poi sconfessa in autunno, al momento di preparare la legge di bilancio. I tedeschi potranno pure risultare antipatici, ma quando notano che il governo prometteva per il 2017 di portare il deficit all’1.1 per cento del Pil, poi aumentato all’1.8, e adesso imposta una legge di bilancio dove, nella migliore delle ipotesi, sarà pari al 2.3-2.4 per cento, non li si può biasimare se sono perplessi.

Se questo significa ridurre l’indebitamento, evidentemente la mia percezione della realtà è diversa da quella di Padoan. Il fatto è che tranne lui, Renzi e i loro lacchè, la realtà che vedono gli altri è del tutto simile a quella che vedo io.

Stesso discorso per il debito. Padoan è andato per mesi ripetendo come un disco rotto che il debito avrebbe iniziato la discesa (in rapporto al Pil) nel 2016. Ha continuato a farlo anche quando la cosa era ormai del tutto inverosimile. Adesso ha posticipato l’evento al 2017, ma con quale credibilità?

Quanto alle clausole di salvaguardia, fino all’estate scorsa il governo è andato ripetendo che le avrebbe eliminate completamente. Invece non ha fatto altro che posticiparle di un anno (come avveniva in passato), di fatto zavorrando già i bilanci del 2018 e 2019 per 19.7 e 23.3 miliardi rispettivamente. E Padoan ha pure il coraggio di rivendicare che hanno “evitato che aumentasse l’Iva per oltre 15 miliardi, come previsto dalle clausole di salvaguardia”.

Sono questi i tagli alle tasse secondo lui?

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