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Padoan, in tutto il 2016 non ne ha azzeccata una: e fa il ministro!

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di MATTEO CORSINI

Quando Pier Carlo Padoan parla di debito pubblico, una buona euristica consiste nel prevedere che le cose andranno all’esatto contrario di quanto affermato dal ministro. Più volte nel corso del 2016, soprattutto in primavera, Padoan ha affermato che il debito avrebbe iniziato un percorso di discesa in rapporto al Pil già nel 2016. Il tutto basandosi su stime di crescita del Pil e dei prezzi al consumo superiori a quelle formulate da praticamente tutti coloro che si cimentano nell’esercizio (sterile) di quantificare l’andamento di tali variabili.

Per esempio, ecco quanto affermava Padoan il 4 aprile scorso: “Il debito ha smesso di crescere e comincerà a scendere da quest’anno”. Passavano quattro giorni e il ministro ribadiva il concetto, facendo anche vanto di detenere un buon record sull’essere precisi (comicità involontaria?): “Il debito comincerà a scendere a partire dal 2016 dopo essersi stabilizzato nel 2015. Abbiamo un buon record sull’essere precisi e sul rispettare gli impegni”.

E ancora il 19 aprile, prospettando addirittura accelerazioni al ribasso negli anni a venire: “Per la prima volta nel 2016 il debito calerà e il processo di riduzione del rapporto rispetto al Pil si accentuerà prossimi anni”. Le perplessità ovviamente non mancavano, ma il 25 maggio Padoan tirava in ballo perfino le privatizzazioni: “Il fatto che l’Italia continui a prevedere nel 2016 l’inizio della discesa debito dipende da una diversa valutazione che noi facciamo in tema di privatizzazioni, rispetto a quella delle istituzioni internazionali.”

Ovviamente le istituzioni internazionali avevano fatto bene a considerare nullo l’impatto delle privatizzazioni, che in effetti non si sono materializzate. Ed ecco, ad autunno iniziato, le prime crepe nella fino ad allora granitica convinzione di Padoan. Era il 27 settembre, quando il ministro affermava: “Il debito/Pil non scende, lo ammetto io, le previsioni di inflazione erano troppo ottimistiche”. Ma già il giorno dopo si affrettava ad assicurare che la discesa sarebbe iniziata nel 2017, con sempre la solita accelerazione negli anni successivi: “Risentendo della minore intensità della ripresa e della debole dinamica dei prezzi il rapporto debito/Pil si porta al 132,8 per cento nel 2016; comincerà a ridursi a partire dal 2017, per raggiungere il 126,6 per cento nel 2019”.

Se lo dice lui

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1 COMMENT

  1. Che prospettive può avere un travet dell’inghippo finanziario?
    Non mi risulta che il mondo sia stato plasmato dai ragionieri.

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