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Regionali in veneto, indipendenza veneta schiera fabio padovan

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padovanfabiodi FIORENZO PIEROBON

Ieri, si è riunito il direttivo di Indipendenza Veneta, per decidere le liste dei candidati alle elezioni regionali provincia per provincia. La novità, che sicuramente farà parlare, è la candidatura di Fabio Padovan, già parlamentare (lasciò la Lega Nord quando questa prese le distanze dai Serenissimi), già fondatore della LIFE  (Liberi Imprenditori Federalisti Europei) e imprenditore di successo in quel di Santa Lucia di Piave. 

Sarà Lucio Chiavegato a lasciare il posto a Padovan, col quale ha un rapporto di amicizia di lunga data, visti anche i trascorsi di Chiavegato nella LIFE (di cui negli ultimi anni è stato anche presidente), al fianco di Padovan stesso. Chiavegato sarà comunque presente nelle province di Verona e Vicenza.

La scelta di Chiavegato è dettata dall’interesse di dare ad Indipendenza Veneta maggiore slancio e visibilità.  Padovan ha accettato la candidatura con uno scopo ben preciso: far passare il referendum per l’indipendenza del Veneto in Regione.

A proposito di visibilità, però, la Rai ci sta mettendo del suo. Indipendenza Veneta (che alle elezioni regionali si presenterà da sola, il candidato è Alessio Morosin), è oggetto di una discriminazione palese da parte della Rai. Il suo candidato presidente non è stato invitata nel programma Porta a Porta, che dovrebbe andare in onda giovedì, nel quale dibatteranno fra loro solo 4 dei 5 candidati alla poltrona di governatore, Zaia, Moretti, Berti e Tosi. “Suona – dice Morosin – decisamente strano invitare, per parlare ‘solo’ di temi nazionali, il Presidente della Regione Veneto, la candidata del Pd alla Presidenza del Veneto, il Sindaco di Verona e il neonato candidato Governatore veneto del M5S. Si parlerà solo di Governo? E poi: perché escluderne solo uno dei candidati?”. “Insomma – chiude Morosin – tutto questo sa di beffa: a Porta a Porta si parlerà di Veneto (anche fosse solo per un minuto) e di elezioni regionali con quattro candidati su cinque: questo non è pluralismo. Questa è esclusione intenzionale. Mi domando: che equilibrio sciagurato è quando solo uno deve restare fuori? Di Indipendenza si deve parlare: saranno poi i cittadini a decidere se si o se no. Ma quando non se ne può nemmeno parlare allora significa che il tema è scomodo”.

 

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