giovedì, Marzo 28, 2024
8.1 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Quando il vangelo dice cose diverse rispetto a papa bergoglio

Da leggere

bergoglio 2di REDAZIONE

Larga parte della Chiesa sembra fare proprie idee provenienti dall’ideologia socialista, ma in parte si tratta del riaprirsi di antichi dibattiti.

Nella fase finale del Medioevo, ad esempio, attorno al tema della povertĂ  e delle stesse condizioni economiche di Cristo si giocò un’aspra contesa tra il partito papale (avverso al pauperismo) e quello imperiale, spesso sostenuto da studiosi dell’ordine francescano. Due figure cruciali del XIV secolo come Michele da Cesena e Guglielmo da Ockham parlavano contro la ricchezza per mettere sotto accusa la Curia romana, anche con l’obiettivo di avere un Papato privo di ogni presenza nella dimensione storica, sociale, economica.

Un’occasione per riflettere su tali questioni la offre ora un lavoro di don Beniamino Di Martino, Ricchezza e povertĂ . Esegesi dei testi evangelici (edizioni Edi, pagg. 160, euro 14). Si tratta di un volume esegetico, che mira quindi essenzialmente a interrogare i testi in ciò che dicono: prendendo in considerazione il contesto storico, l’influenza esercitata dall’evangelista (le scritture sono comunque un’opera umana) e quindi i molti condizionamenti contestuali.

Da tempo Di Martino sviluppa le proprie riflessioni nell’ambito della storiografia, della teologia morale e della dottrina sociale della Chiesa, prestando un’attenzione particolare alle tesi della scuola austriaca e al liberalismo classico. In questo lavoro sulla ricchezza il suo intento è di avviare grazie alla lettura scientifica dei testi evangelici un percorso di studio in piĂą volumi che in seguito dovrĂ  esaminare il significato della povertĂ  nella vita del cristiano, la formula della «opzione preferenziale per i poveri» e, infine, la teologia della liberazione e le sue derive.

Di Martino utilizza ampiamente le ricerche di un grande biblista italiano scomparso qualche anno fa, don Angelo Tosato, che indagò il tema della povertĂ  entro una prospettiva liberale e quindi avversa a quell’autoritarismo che è sotteso alle logiche pauperistiche. Nel testo si individuano così quattro filoni interpretativi: riconoscendo la fondatezza e la plausibilitĂ  di ogni di essi.

Un primo gruppo di brani sembra suggerire che la povertĂ  materiale sia una specie di requisito indispensabile per la salvezza e quindi essi sono ancora piĂą radicali di quelli, il secondo gruppo, che vedono nelle ricchezze solo un serio ostacolo: un peso di cui comunque è bene non caricarsi troppo. C’è poi un terzo gruppo di testi della Scrittura dove invece la condanna è unicamente per la disonestĂ  e per l’idolatria della ricchezza, mentre in un quarto e ultimo gruppo i beni materiali sono valutati in maniera positiva, quali talenti da valorizzare. Le pagine di PovertĂ  e ricchezza ci dicono allora che letture favorevoli alla ricchezza, ai beni materiali e alla dimensione economica e produttiva trovano, nel testo dei vangeli, tutta una serie di solidi argomenti. Non sono le uniche possibili e non annullano le altre di segno diverso, ma al tempo stesso non possono essere ignorate e cancellate.

In fondo, questa esegesi aperta al valore della proprietĂ  sembra in sintonia con molte voci del passato. Basti pensare a un tomista come Domingo de Soto, persuaso che senza proprietĂ  non vi potesse essere generositĂ  e, di conseguenza, neppure l’umiltĂ  di chi è riconoscente. Senza alcuna ricchezza la vita morale stessa, per questo teologo del Cinquecento, avrebbe finito per inaridirsi.

di CARLO LOTTIERI – Tratto da IL GIORNALE

Don Beniamino di Martino è anche autore di RIVOLUZIONE DEL 1789 e di LA PRIMA GUERRA MONDIALE COME EFFETTO DELLO STATO TOTALE (libro che verrĂ  presentato il 2 maggio a Lodi, dall’Associazione “Lodi Liberale”

Correlati

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti