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Veneto, referendum per l’autonomia: il consiglio regionale dice si

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di REDAZIONE

Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato il 192 “Modifiche alla Legge regionale 19 giugno 2014, n.15 ‘Referendum consultivo sull’autonomia del Veneto”. Lo ha fatto con 38 voti a favore (Lega Nord, Gruppo Zaia Presidente, Forza Italia, FdI-An Mcr, SiamoVeneto, Veneto Civico, Lista Tosi, veneto del fare, M5S) 8 astenuti, Pd Amp) 1 contrario (Graziano Azzalin).  Per la Lista Tosi, “il Veneto non è più la vacca da mungere”. Stefano Fracasso del Pd, che si è astenuto: “Abbiamo discusso a lungo e siamo anche riusciti, in parte, a fare chiarezza su alcuni elementi opachi come i costi. Ripeto quanto già chiesto: vogliamo sapere quali siano le materie perché vogliamo confrontarci sui contenuti dell’autonomia. Vogliamo andare sul concreto. Dobbiamo rispettare lo Statuto della Regione che prevede che ci sia una Commissione di garanzia che vigili”. In dissenso al proprio gruppo si è espresso Graziano Azzalin: “Questo referendum non conta nulla”, ha detto.

Come scritto dal Corriere della Sera: “Alcuni emendamenti sono stati posti al voto del consiglio regionale del Veneto al termine della discussione sulla modifica alla legge sul referendum consultivo sull’autonomia del veneto, che ha segnato i lavori odierni dell’assemblea con l’intervento anche del presidente della giunta regionale Luca Zaia. Il consiglio regionale ha respinti tutti gli emendamenti tranne quello, primo firmatario Stefanio Fracasso, che riguarda il piano di Comunicazione per la consultazione che verrà vagliato dalla commissione consigliare come richiesto. Sul tema il presidente della prima Commissione, Marino Finozzi, si è impegnato a prevedere l’audizione del Corecom. Intenso anche in sede di emendamenti il dibattito sulla composizione della spesa prevista per il referendum, 14 milioni, con gli interventi di Andrea Zanoni (Pd) che ha chiesto la scomposizione in dettaglio delle cifre presentate”.

Il vicepresidente della giunta, Gianluca Forcolin, ha spiegato come si sia giunti a individuare 12 milioni di spesa ai quali vanno aggiunti 2 milioni di comunicazione: «10 milioni 971 mila euro verranno assegnati ai Comuni per tutte le spese relative alle votazioni; 573 mila per la stampa delle schede e materiali; 150 mila di convenzione con le prefetture; 88 mila per trasporti; 166 mila per il sistema informatico, 96 mila per la raccolta dati e 15 mila per la Corte d’Appello». «Il calcolo di queste cifre – ha spiegato Forcolin – è stato fatto partendo dai costi sostenuti nel 2001 per una consultazione referendaria ovviamente attualizzata». Per la consigliera dem Alessandra Moretti, il referendum consultivo sull’autonomia del Veneto “è un’autentica truffa istituzionale ai danni delle tasche dei veneti e i banchi vuoti della maggioranza svelano il bluff. I 14 milioni di euro che ci costa la consultazione referendaria – spiega – spendiamoli per le famiglie messe in ginocchio dal crac delle banche venete e non per sostenere la campagna personalistica di Zaia». «Se il Veneto non corre come potrebbe – conclude – non è certo per colpa della mancata autonomia, ma le responsabilità sono da ricercare in capo a chi ha governa la regione da oltre vent’anni”.

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