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Catalogna, insediato il nuovo presidente che ha ribadito: “visca catalunya lliure”!

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di REDAZIONE

Dopo sei mesi senza governo, la Catalogna ha un nuovo presidente: si tratta di Quim Torra, 55 anni, avvocato e scrittore, eletto dal parlamento Catalano grazie all’astensione dei quattro deputati di sinistra del CUP.

Eletto in seconda votazione a maggioranza semplice, Quim Torra – quarto candidato nominato dall’ex presidente Carles Puigdemont – ha ottenuto i voti del suo movimento Junts per Catalunya e quelli degli indipendentisti di Esquerra Republicana. Voto contrario, invece, da parte di tutta l’opposizione, compresa “Ciudadanos” della leader Inés Arrimadas, uscita vincitrice dalle elezioni di dicembre, ma senza la possibilità di formare un governo, non avendo alleanze.

Si tratta del cosiddetto Piano D, essendo il quarto nome che Junts per Catalunya ha proposto. Lo Stato spagnolo, infatti, aveva già respinto le candidature dello stesso Puigdemont, al momento a Berlino dopo l’arresto di fine marzo, di Jordi Sànchez, in carcere a Madrid da sei mesi e di Jordi Turull, arrestato fra il primo e il secondo turno.

Il presidente del Parlamento catalano Roger Torrent ha fatto sapere che non chiederà udienza per informare personalmente Re Felipe dell’elezione del nuovo presidente della Generalitat, Quim Torra, come è tradizione. Torrent si limiterà a informare il capo dello Stato spagnolo per iscritto. Torrent rimprovera, fra l’altro, di “non essersi solidarizzato con le vittime” della violenza della polizia spagnola al referendum del 1 ottobre e e di negare che in Spagna “ci siano detenuti politici”. Così, ha chiuso il suo discorso: “Visca Catalunya Lliure”!

La prima dichiarazione del nuovo Presidente:Chiedo per tutti i popoli la libertà che voglio per il mio popolo: repubblica catalana e repubblica spagnola!”. Per lo stato spagnolo “la Catalogna è un popolo subordinato“, ma “il progetto democratico e pacifico catalano è il più importante dell’Europa occidentale. E’ tempo che il popolo spagnolo avvii un processo equivalente e si emancipi repubblicanamente“.

Si chiude cosi un periodo travagliato, in cui la Catalogna è stata guidata dal governo spagnolo, in seguito all’attuazione dell’articolo 155 della Costituzione, dopo che il Parlamento catalano aveva dichiarato unilateralmente l’indipendenza della Catalogna.

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5 COMMENTS

  1. I catalani possono sempre smetter di pagare tasse alla spagna.
    E dovrebbero farlo.
    Che fa la spagna, incarcera qualche milione di persone?
    Gli manda equispagna a tutti?
    E se le cartelle vengono stracciate?
    Mandano l’esercito?
    La catalogna deve trovare quel coraggio e quella determinazione necessari.

  2. Facco, lei continua a postare con implacabile monotonia gli articoli sulla Catalogna, ma la Catalogna continua imperterrita a sottrarsi a qualsiasi storytelling di tipo “padanista” (mi scusi la semplificazione ma è per capirsi). I catalani continuano a sentirsi una nazione senza stato e non nel senso del felice medioevo da lei auspicato, ma proprio nel senso dal rinascimento in poi e che ha avuto la sua massima espressione col nazionalismo ottocentesco. Non sono il Lombardo-Veneto, hanno una lingua, una storia, una borghesia intraprendente e nazionalista al tempo stesso e soprattutto una resistenza armata alle pretese imperialistiche di Madrid, come la Svizzera agli Asburgo, solo che la Svizzera è stata più fortunata. Non è un caso se l’attuale parlamento si deve a CUP, la sinistra radicale anticapitalista e indipendentista al tempo stesso. Strano, vero? Caso unico in Europa, credo. Se ne faccia una ragione, la Catalogna non la citi più, non c’entra proprio nulla.

    • Lei ha qualche problema grosso con l’intelletto e le sue capacità di comprendimento. Questa rivista, che difende l’indipendentismo a prescindere, pubblica qualsiasi articolo che abbia attinenza col diritto di autodeterminazione. Se non lo ha ancora capito, cerchi un bravo psicologo, o psichiatra.

      • Indubbiamente essendo a favore dell’indipendentismo pubblica qualsiasi cosa di attinente e quindi, ovvio, le notizie dalla Catalogna. Il problema è che le notizie non sono mai neutre, nascono sempre da un retroterra di idee, speranze, valori e molto spesso mitologie. La Catalogna è stata uno dei grandi miti dell’ indipendentismo padano o italiano (faccia lei), e quello che voglio dire io è solo questo: non c’entra nulla, non c’entra proprio nulla…ripetuto fino alla nausea, sa com’è, la gente oggi capisce poco

        • L’unico retroterra di idee che appare ed apparirà sempre è IL DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE, oltre alle cronache per quel che sono

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