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Le tasse sulle auto in leasing e l’economia reale della classe media

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di FABIO FIORENTINI

Negli ultimi due giorni stiamo assistendo all’assurdo aumento di tassazione del fringe benefit per i dipendenti di aziende che hanno in utilizzo promiscuo un’autovettura in leasing. La questione è molto dibattuta e comunque costituisce da sola il 10% delle eventuali prossime entrate della manovra finanziaria.

Le ricadute sul piano economico per il settore del noleggio e dell’automotive in generale sono ampiamente descritte sui vari media. La misura potrebbe colpire circa 2 milioni di persone. Io sono tra queste.

Ieri pomeriggio, avevo il mio consueto allenamento ed eravamo in 9, di cui ben 3 utilizziamo auto con leasing aziendale. Un quarto nelle nostre stesse condizioni lo abbiamo incontrato nello spogliatoio diretto però in sala pesi. Incontri casuali e comunque nel totale delle persone incontrate oggi una percentuale non trascurabile.
Inevitabilmente abbiamo iniziato a parlare di questo assurdo provvedimento e tutti e quattro avevamo già fatto le stesse cose, cioè una valutazione indicativa dell’impatto del provvedimento ed un’analisi di che cosa tagliare nel nostro bilancio famigliare. Per chi lavora nelle aziende, deve produrre risultati e gestire budget questa è la norma, così come per un padre di famiglia.

Tutti e quattro verosimilmente apparteniamo alla classe media, quindi non siamo ricchi da potercene fregare. Per noi questo impatto, per chi più e per chi meno, significa qualche migliaio di euro in meno all’anno, a causa di tasse aggiuntive oltre alle solite. Continueremo probabilmente a fare la nostra vita anche se con una brutale riduzione di eventuali spese magari già preventivate.

Qualcuno taglierà sui vestiti, pranzi o cene fuori, qualcuno sulle vacanze, qualcun altro sulla nuova smart TV che pensava di acquistare per Natale, chi invece ha deciso di non intraprendere certi lavori di ristrutturazione ecc ecc. Tutto questo è già stato pianificato e verrà messo in atto da subito senza che ancora la manovra sia stata discussa.

La riduzione immediata di un potenziale giro di soldi che quattro persone normali mettono in atto per difendersi e tutelare la loro vita dal predatore fiscale. Questi sono già mancati incassi. Come abbiamo fatto noi quattro, è verosimile che lo facciano quasi tutti quelle due milioni di persone.

I consumi in un paese non dipendono tanto né da chi sia molto facoltoso, perché non verrà mai più di tanto toccato da questi provvedimenti, né da chi ahimè è povero, perché le varie misure di assistenzialismo peloso e d’accatto a fini clientelari non salvano dagli stracci nessuno. Chi sposta davvero i consumi è la classe media e due milioni di persone che appartengono ad essa in questo momento rischiano di subire una profonda modifica del loro potere di acquisto. Poi ci potete raccontare che i nostri soldi serviranno per la redistribuzione o per migliorare la giustizia sociale e l’equità sociale, ma temo che non si avrà un gran successo.

Purtroppo la scellerata ideologia di concentrarsi nel sottrarre risorse per redistribuirle prevale sempre sul concentrarsi nel facilitare la creazione di una maggiore ricchezza. Alla fine si rimane tutti più poveri ma tranquilli, la colpa è come sempre degli evasori.

P.S. Dimenticavo una cosa: per quei due milioni di persone che sono abituate ad essere produttive, pensate quanto possa essere motivante tornare a lavorare lunedì sapendo che verrà loro ulteriormente sottratto uno stipendio, se non addirittura due.

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2 COMMENTS

  1. Troppo facile prevedere l’effetto depressivo di questa misura. Nel breve periodo saranno colpiti gli utilizzatori di auto aziendali, nel medio l’industria automobilistica, nel lungo tutti noi saremo più poveri. Poco male, si vota adesso, mentre nel lungo periodo saremo tutti morti, come dice l’adagio. Ricordo la grossa cazzata della tassa di concessione governativa sui cellulari: ppena fu tolta, il mancato incasso fu abbondantemente superato dalle maggiori entrate IVA su acquisto cellulari e su canoni di abbonamento.

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