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Sanno solo invocare soluzioni socialiste

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di MATTEO CORSINI

Qualche tempo fa mi sono imbattuto in un articolo di Carlo Rovelli, noto fisico teorico, pubblicato sul Corriere della Sera. Se non avessi letto che si trattava del Corriere, avrei pensato che fosse il Manifesto. Il ragionamento di Rovelli, infatti, รจ quello classico dei socialisti e comunisti di ogni tempo e luogo.

Partendo dallโ€™osservazione dellโ€™aumento della disuguaglianza e notando lโ€™impatto economico asimmetrico della pandemia sulla popolazione, Rovelli scrive:

  • โ€œMi sembra che questo sia il momento per la cosa pubblica, cioรจ lo Stato, di pensare in termini di interesse collettivo e pensare ad equilibrare i disequilibri. Mi sembra sia il momento, cioรจ, di riparlare di ridistribuzione. Ridistribuzione รจ sempre stata funzione principale dello Stato.โ€

In effetti lo Stato non puรฒ far altro che redistribuire risorse esistenti. Mi aspetterei, perรฒ, che una persona a cui certo non fa difetto la quantitร  di neuroni andasse un poโ€™ oltre questo peana alla redistribuzione. Per esempio per capire quali siano le cause dellโ€™aumento della disuguaglianza. Rovelli pare perรฒ tenerci a non passare per un comunistone.

  • โ€œNon sto parlando di rivoluzioni bolsceviche: sto parlando sommessamente di ricominciare a portare le imposte nella direzione di quelle che erano solo pochi decenni fa. In Italia esistevano imposte sulle successioni con aliquote alte e progressive (in Francia ci sono ancora) e non irrisorie come quelle attuali, imposte sui patrimoni (in Francia ci sono ancora), imposte sugli utili con aliquote del 40-50%. Fino al 1983 l’Irpef aveva 22 scaglioni e aliquote tra il 10 e il 72%. Il sistema aveva effetti ridistributivi, era serenamente accettato socialmente, era condiviso a livello politico e tecnico, e ha permesso alti tassi di crescita e di occupazione e una crescita economica notevole e relativamente equilibrata di tutte le fasce sociali.โ€

Parrebbe, quindi, che il problema dellโ€™Italia sia una tassazione troppo bassa e non sufficientemente progressiva. Le classifiche mondiali restituiscono una realtร  diversa, ma evidentemente Rovelli non se ne cura.

La cosa piรน preoccupante, perรฒ, mi sembra l’operazione di riavvolgere il nastro di 40-50 anni e dedurre che con la curva Irpef dellโ€™epoca ci fossero alti tassi di crescita e occupazione. Eppure lโ€™aumento della spesa pubblica in deficit degli anni 70 e 80 e la rincorsa delle tasse alla spesa pubblica sono tra i peggiori mali che ancora oggi fanno sentire le loro conseguenze sullโ€™Italia. Conclude Rovelli:

  • โ€œCi sono centinaia di morti ogni giorno. La gente ha problemi economici seri. E intanto la Borsa cresce e miliardari brindano. A me non piace, e forse non sono il solo. Che ciascuno faccia la sua parte, contribuendo come puรฒ. Chi piรน puรฒ, secondo me deve contribuire di piรน. Mettiamoci la mascherina, restiamo a casa se possiamo, anche quando uscire non รจ vietato. Questo, mi sembra, รจ il momento della difficoltร , e quindi della solidarietร . La politica ritrovi il coraggio di riequilibrare la ricchezza, perchรฉ questo รจ il patto sociale.โ€

Evidentemente non si chiede come mai la Borsa cresca nonostante la pandemia e i suoi effetti sullโ€™economia reale. Quindi tanto vale usare il randello fiscale. Ma non serve essere un genio per rendersi conto che alla base del totale scollamento tra andamento dei prezzi delle attivitร  finanziarie e quello dellโ€™economia vi sia la grande quantitร  di creazione monetaria posta in essere pressochรฉ da tutte le banche centrali a ritmi ancora piรน consistenti rispetto a quelli degli anni scorsi.

Invece di invocare soluzioni socialiste, sarebbe il caso di invocare la fine del socialismo monetario, che รจ la vera fonte di redistribuzione in senso regressivo. E non da oggi.

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2 COMMENTS

  1. Fondamentale la conclusione: il socialismo monetario รจ una fonte di redistribuzione, in gran parte regressiva (oltre che a favore degli stati indebitati), di dimensioni realmente gigantesche.
    Ed รจ senza dubbio questo il fenomeno piรน rilevante degli ultimi decenni.
    Per me, da circa metร  anni ’90 in poi, cioรจ da quando รจ stata invertita la rotta di “moderazione” dei tempi di Reagan e Thatcher, che aveva momentaneamente rallentato il trend.
    Da lรฌ in avanti, รจ fuori controllo.
    Non serve un genio per capirlo? No, un genio no, ma la triste realtร  รจ che la maggior parte della popolazione neanche concepisce questo problema, di cui รจ totalmente ignara, spesso colpevolmente.

  2. Il sistema fino al 1983 “era serenamente accettato”. Evidentemente il “fisico” รจ nato nel 1984. “Restiamo a casa anche quando uscire non รจ vietato”. Certo. Non solo ci fa bene alla salute lo stare rintanati in casa; ma contribuiamo anche con tanta solidarietร  all’economia dal momento che riducendo i consumi il negoziante prima licenzia, poi fallisce e quindi chiude. Evidentemente Corsini รจ eccessivamente ottimista sulle “quantitร  di neuroni” altrui.

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