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Strategie economico-militari nei programmi del partito comunista cinese

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di ALEKSANDER AUTINA

Un accordo strategico in corso tra Cina ed Iran potrebbe influenzare in maniera significativa il futuro della storia iraniana (1). La Cina ha infatti offerto investimenti per circa 400 miliardi di dollari, su un orizzonte temporale di 25 anni, in infrastrutture e progetti militari in cambio di sconti sul petrolio iraniano.

L’accordo rientra perfettamente nel progetto della “Nuova Via della Seta”, fatto da numerosi progetti in diversi paesi, utilizzando la cosiddetta “trappola diplomatica del debito”. Il classico schema consiste nel prestare enormi somme di denaro ad un paese che le utilizzerà per pagare aziende cinesi nella fornitura di servizi e prodotti pagando, in questo modo, salari a migliaia di lavoratori cinesi che svilupperanno i progetti stabiliti.

Tuttavia, se l’azienda appaltatrice del paese debitore avesse difficoltà nel pagare i propri debiti, spesso per eccesso di spese “incontrollate”, lo stato cinese subentra direttamente nel problema assumendo il controllo diretto degli asset strategici del paese debitore (2) .

La Cina ha già utilizzato questa tattica proprio per acquisire e controllare porti e altri centri strategici in Sri Lanka, nella Repubblica Democratica del Congo, nel Ghana, nello Zambia e nel Kenya proprio attraverso la “trappola diplomatica del debito”. Di recente, tra le “vittime” di questa strategia, gli stessi paesi del mediterraneo sono caduti nella trappola (3), con grandi aziende cinesi che hanno rilevato quote importanti nei porti del Pireo (Grecia), Valencia e Bilbao (Spagna), Marsiglia (Francia), Vado Ligure (4), Casablanca e Tanger Med (Marocco), Ambarli (Turchia), Port Said (Egitto), Cherchell (Algeria), Haifa e Ashdod (Israele). Una rete che copre quasi tutto il Mediterraneo e che garantisce alla Cina una presenza significativa in un’area particolarmente strategica dal punto di vista non solo commerciale.

I termini dell’accordo cino-iraniano sono segreti ma risulta facile pensare che possano essere simili a quelli effettuati con gli altri paesi. Secondo il NY Times, che avrebbe in qualche modo ottenuto informazioni in merito, risultano in fase di attuazione almeno cento progetti, inclusi aeroporti, ferrovie ad alta velocità e metropolitane. La Cina svilupperà inoltre zone di libero scambio a Maku, nord ovest dell’Iran, e ad Abadan dove il fiume fiume Shatt al-Arab sfocia nel golfo persico vicino all’isola di Qeshm. L’accordo include la proposta cinese di costruire le infrastrutture per la rete di telecomunicazioni 5G, l’offerta del nuovo sistema satellitare Global Position System (Beidou) e l’aiuto al governo iraniano per controllare internet nella stessa maniera del governo cinese.

La Cina avrà inoltre accesso alle basi militari iraniane. Un elemento importante riguarda l’aspetto militare dell’accordo (5), dove la dittatura comunista avrà 5000 soldati direttamente presenti sul terreno iraniano. Ancora una volta questo rappresenta un elemento tipico dell’intesa: la Cina presta denaro all’Iran, l’Iran utilizza il denaro per servizi e prodotti cinesi, nonché per pagare lavoratori cinesi che rispediscono i propri guadagni in Cina verso le loro famiglie.

In conclusione, la Cina riottiene indietro il proprio denaro e l’Iran rimane ancora con i propri debiti da saldare. Una sorta di prestito a doppio pagamento. La potenza orientale, quindi, investirà buona parte dei 400 miliardi nel petrolio, nel gas e nell’industria petrolchimica già nei primi 5 anni dell’accordo. In cambio otterrà la priorità assoluta nella realizzazione di qualsiasi progetto legato a quanto sopra. Il gigante asiatico, inoltre, otterrà il 12% di sconto sui costi stabiliti e potrà dilazionare i relativi pagamenti fino a due anni. Infine, avrà la possibilità di pagare in qualsiasi valuta preferisca. Nel complesso si stima che riceverà uno sconto del 32% sulle proprie iniziative imprenditoriali.

NOTE

1 https://www.nytimes.com/2020/07/11/world/asia/china-iran-trade-military-deal.html

2 https://www.rferl.org/a/explainer-iranian-china-deal-anger-among-iranians/30724344.html

3 https://www.rfi.fr/en/asia/20191112-china-s-bull-courting-europe-trojan-horse-piraeus-port

4 https://www.corriere.it/economia/aziende/19_dicembre_13/vado-gateway-via-terminal-porto-liguria-cinesi50percento-eab9cd1c-1d9f-11ea-a6e9-db5db58fc7bb.shtml

6 https://www.startmag.it/mondo/tutte-le-conseguenze-dellaccordo-

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