La procura della Repubblica di Rovigo ha deciso di impugnare tutti i proscioglimenti stabiliti dal Gup rodigino, a metà di luglio scorso, per gli indagati dell’inchiesta a carico dei venetisti. Il caso, dunque, ora sbarcherà in Cassazione, che dovrà decidere sulla legittimità dei proscioglimenti o disporre, al contrario, che la questione torni in aula, con la richiesta di rinvio a giudizio a carico di tutti i 45 indagati (tra i quali Gianluca Marchi, direttore del Miglioverde).
Tra loro, anche due polesane: si tratta di Maria Luisa Violati, 52enne di Lendinara e titolare all’epoca di un bar a Badia; la figlia Erika Pizzo, oggi 31enne, anche lei barista, uscite prosciolte dall’udienza preliminare di metà luglio. Era stato invece rinviato a giudizio – insieme ad altri quattordici persone – l’ex compagno della Violati, Marco Ferro, 52 anni, in quanto ritenuto tra i costruttori del tanko.
I 45 venetisti erano finiti sotto inchiesta – a vario titolo – per associazione eversiva.L’inchiesta, che era scattata con gli arresti del 2 aprile 2014, era partita da Brescia, per poi finire – per competenza territoriale – sul tavolo del tribunale di Rovigo. Finché, un mese e mezzo fa, il gup aveva deciso per 15 rinvii a giudizio e il proscioglimento del grosso degli indagati. Ora la Cassazione dovrà decidere se mandare tutti quanti a processo. (Tratto da qui)