di PAOLO L. BERNARDINI
Giova domandarsi perché vi sia un’industria mondiale, quella del cinema californiano, che continua a produrre attivi, a rendere immensamente ricchi registi, autori, produttori, che non credo ricevano sussidi pubblici, né siano particolarmente soggetti a corruzione. Vi è una ragione profonda dietro tutto questo. Hollywood continua a mostrare le cose come stanno, a dividere il mondo in buoni e cattivi, a rendere giustizia ai torti e ad esaltare il regno del sentimento e della passione. Questo naturalmente con eccezioni eclatanti, prima fra tutte quello Steven Spielberg che ha venduto il suo talento al “politically correct”, e dunque firma un film su Lincoln dove la più trita menzogna viene ancora spacciata come l’assoluta verità. Ma su questo è già stato scritto abbondantemente su questo giornale, e non val la pena di soffermarsi a lungo.
Ma Spielberg non è tutta Hollywood. Vi è anche quella ritenuta a torto meramente “spettacolare”, ma l
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