di MARIETTO CERNEAZ
Cicerone, eccelso oratore romano, soleva dire: "Chiunque può sbagliare; ma nessuno, se non è uno sciocco, persevera nell'errore". Duemila anni dopo, Roma (il riferimento è ai palazzi del potere) pullula di sciocchi - per non dire di peggio - che anziché imparare la lezione insistono con l'applicare gli stessi metodi sbagliati e con l'adottare provvedimenti tassatori e demenziali.
Ieri, è arrivata una notizia che conferma quanto sopra: "La spesa per i carburanti scende dai 33,478 miliardi del periodo gennaio-giugno 2012 ai 31,095 miliardi di gennaio-giugno 2013. Un miliardo di euro in meno. E le compagnie petrolifere perdono l'11% degli incassi". L'automobilista, nuova specie di vacca da mungere, garantisce il 17% del gettito fiscale di questo paese di scialacquatori. Riporta "Quattroruote": "Ammontano a 72,7 miliardi di euro, secondo i dati dell'Anfia (l'associazione delle aziende italiane del settore automotive), le tasse prelevate dallo Stato attraver
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