di GIANLUCA MARCHI
Questa che pubblichiamo è un'accorata lettera che un imprenditore di Treviso, giunto ormai alla disperazione e allo sfinimento, ha scritto a un nostro collaboratore, colui che si firma come Paolo Il Dolomitico. L'imprenditore ormai deciso a mollare, lasciando a casa 60 dipendenti, non è un'invenzione, lo garantisco, ed è costretto a questo gesto estremo per evitare, a poco più di 60 anni, di giocarsi anche le ultime risorse che s'è messo da parte in tanti anni di lavoro. Non porta l'azienda all'estero, perché non ne ha più la forza, semplicemente la chiude come hanno fatto di recente e stanno facendo centinaia di piccoli e medi imprenditori veneti, lombardi, piemontesi, emiliani e via discorrendo. E da Roma ci raccontano che la crisi è finita e che la ripresa è alle porte: falsi e delinquenti, oltre che irresponsabili, perchP non sanno, e nemmeno si preoccupano di saperlo, quel che sta accadendo nella pancia produttiva del paese. Penso che non si debbano
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