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Lotteranno fino alla fine, come si conviene quando c’è di mezzo un pezzo di legalità da difendere, ma la partita appare persa. La giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato – organismo particolarmente delicato in questa legislatura perché da lì passeranno le prossime richieste dei magistrati per i futuri tasselli dei processi che riguardano non solo Silvio Berlusconi, ma anche Denis Verdini e molti altri indagati/imputati illustri a Palazzo Madama come Roberto Formigoni – potrebbe avere un presidente leghista.
Alla fine, nonostante la battaglia condotta da Sel, che avrebbe voluto alla presidenza Dario Stèfano, quella poltrona è a un passo dal finire nelle mani di una finta opposizione, il Carroccio appunto. Che, in quanto astenuto sul voto di fiducia al governo Letta, un voto che al Senato vale come contrario, è considerato opposizione, quindi con le carte in regola per ambire alla presidenza della giunta. Salvo colpi di scena (auspi
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