di ROMANO BRACALINI
Il giudice di Cassazione Antonio Esposito (cognome che a Napoli si dà ai trovatelli), dopo l’infausta intervista al Mattino nella quale smentiva se stesso, ha rilasciato una dichiarazione in napoletano stretto che è stata rilanciata dal web come testimonianza dell’etica e della cultura di certa magistratura di stampo meridionale. Ora di questo giudice dialettale e maneggione emergono circostanza imbarazzanti circa le sue capacità di intrecciare multiformi interessi di famiglia e di sfruttare i privilegi di casta che la professione gli offre. Nulla di eccezionale. E nulla di eccezionale,che in questo genere di esibizioni mediocri, in cui emerge il livello della categoria, il Sud costituisca da sempre una debolezza e un ritardo.
Inadeguato ma sempre in prima linea per arraffare.
Qui si confrontano due culture inconciliabili, perfino nel concetto di rettitudine e di serietà. Edoardo Scarpetta con le sue farse teatrali non poteva che rappresentare la re
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