di ALTRE FONTI
Torno a parlare di Lega Nord e l’occasione mi viene data innanzitutto dalla lettura degli ennesimi sondaggi, questa volta dell’Istituto Piepoli, che illustrano benissimo la stasi del movimento in quanto a consensi potenziali, mai sopra il 4% nel migliore dei casi. Poi leggo un articolo di Giulio Genoino pubblicato su Affari Italiani il 24 luglio con alcune notizie non nuove, ma di stimolo alla riflessione in chiave futura.
E’ inutile nasconderselo, il consenso leghista è evaporato e da tempo, il movimento è scomparso dalla scena nazionale, vive arroccato in qualche fortino nel Lombardo-Veneto tenuto ancora insieme solo da sindaci e feste padane. Parlare di Nord è eccessivo, in Emilia Romagna, Piemonte e Liguria la Lega è a percentuali da prefisso telefonico. Sopravvive appunto nella fascia prealpina e nelle vallate alpine, nelle tradizionali ridotte leghiste, ma con percentuali che non arrivano nemmeno al 15%. Vive abbarbicata intorno a Roberto Maroni e
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