di SAMO PAHOR
Scriveva nel 1987 Alfredo Bonelli nell’introduzione al libro dell’ANPPIA sugli internamenti: “Lungo tutta la dittatura, nelle carceri e nei luoghi di confino il maggior numero di vittime politiche in rapporto alla popolazione fu sempre dato dalla Venezia Giulia, e soprattutto dalla componente slava dei suoi abitanti. Anche durante il periodo bellico, con l’internamento, il massimo contributo di vittime venne dagli slavi; e si deve ad essi se nei soli tre anni di guerra il totale degli internati ha superato di parecchie volte il totale dei carcerati e dei confinati nel corso di tutti i 17 anni in cui rimasero in vigore le leggi eccezionali”. Ne fu di meno la Venezia Giulia negli anni 1943-1945. Dei convogli che trasportarono nei lager tedeschi 23.826 cittadini italiani deportati politici (triangolo rosso) una metà è partita da Trieste.
Dal marzo 1942 operava nella Venezia Giulia l’Ispettorato speciale di P.S. istituito per combattere le forze partigiane
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