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Senatori a vita, un’altra vergogna italiana. solo montanelli rifiutò

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di ROMANO BRACALINI Il principio del decoro e della magnanimità del gesto ha un’altra volta prevalso sul senso della misura e della sobrietà. Nemmeno in questa sfavorevole congiuntura, in cui avrebbe dovuto dimostrare maggiore sensibilità, il presidente Napolitano ha ritenuto di rinunciare alla più anacronistica e assurda delle sue prerogative “regie”. E’ vero che la Carta, obsoleta e prolissa, glie lo consente; ma i tempi avrebbero dovuto suggerirgli maggiore discrezione; invece, nel bel mezzo della crisi politica e finanziaria, ecco che il presidente nomina quattro senatori a vita, Abbado, Cattaneo, Rubbia e Piano, che vanno a aumentare il costo della spesa. Ce n’era bisogno? Vana domanda. Il Quirinale ha mantenuto lo sfarzo monarchico e le spese sono cresciute in conformità. La repubblica non ha rotto con il passato ma ne rappresenta la perfetta continuità sotto altra forma. Il presidente mantiene le medesime prerogative che un tempo appartenevano al re, come q
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