di LEONARDO FACCO
Luigi Zingales è quel signore, o professore per i più frikettoni, passato alle cronache per aver sputtanato, a pochi giorni dalle ultime elezioni, il millantatore Oscar Giannino. E’ un fondatore di "Fare" ed è il più celebre, forse, tra gli economisti italiani che rappresentano – in questo paese – la sudditanza al pensiero mainstream collettivista del liberalismo. Non a caso, Zingales è tra i più apprezzati scherani del liberismo d’accatto italiano, quello tutto slogan politicamente corretti, poltrone e prebende (con una spruzzatina di Brunello o Cabernet se del caso), quello insomma che vive di “complessi d’inferiorità” nei confronti delle consorterie D'Alemiane.
Ovviamente, anche Zingales scrive per “l’Espresso”, che non è propriamente l’equivalente di “Reason”. Il 15 maggio scorso, sul settimanale del gruppo “Repubblichino”, ha proposto a Letta (tra i “libberisti” italiani è ormai un’usanza consolidata scrivere ep
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