di MATTEO CORSINI
"La Bce potrebbe annunciare domani che, d'ora in poi, intraprenderà un programma di conversione del debito per qualsiasi Stato che lo desideri. La Bce liquiderà (invece di acquistare) una porzione di ciascun titolo di Stato in scadenza corrispondente alla percentuale di debito pubblico dello Stato consentita da Maastricht. In caso di Stati con rapporti debito/Pil pari al 120% e al 90%, la Bce liquiderà il 50% e il 66,7% di ciascun titolo di Stato in scadenza". Yanis Varoufakis, già ministro delle Finanze greco defenestrato da Tsipras all'indomani del referendum del 5 luglio scorso, è tra i tanti a sostenere di avere una ricetta per risolvere il problema dei debiti sovrani. Come quasi sempre accade quando viene presentata una di queste proposte, chi la elabora ritiene che sia esente da rischi e da costi. E questo dovrebbe subito generare sospetti, perché quando si vuole smaltire un eccesso di debito qualcuno il conto lo deve in ogni caso pagare.
Ovviamente
Bravo Corsini: “non esistono ricette miracolose” e … “nessuna cena è gratis” (come è solito scrivere Gary North). I debiti, come l’energia, sono soggetti pure loro al primo principio della termodinamica: una volta creati non si distruggono, ma si trasformano.
E’ la legge della “conservazione del debito”.
I manigoldi sedicenti economisti keynesiani fanno il gioco delle tre carte sulla pelle dei cittadini onesti (e sempliciotti) illudendoli che, con un giro di manipolazioni, la carta da scovare sparisce, come il debito. Meno male che c’è la Scuola Austrica che ci apre gli occhi su questi sotterfugi da quattro soldi, tipici degli imbonitori da fiera. Purtroppo non è seguita abbastanza, ed è per questo che ci troviamo un questo “stato”. (In senso lato…)
Rimesta alla grande nella merda, il varoufakis.