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I keynesiani si schierano anche contro il bitcoin

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di MATTEO CORSINI "C'è un'antica vena libertaria che afferma come anche la moneta debba sottostare alle leggi di mercato. Oggi la moneta è gestita dalla Banca centrale. Ma perché non potrebbero esserci vari istituti di emissione della moneta, perché questo essenziale lubrificante dell'economia non dovrebbe essere sottoposto alla libera concorrenza – e vinca il migliore?". In una delle sue consuete lezioni domenicali destinate ai giovani lettori del Sole 24 Ore, Fabrizio Galimberti si è occupato del bitcoin e, in generale delle monete elettroniche peer-to-peer. Non c'è da stupirsi che il suo giudizio sia complessivamente negativo. Nessun keynesiano, in fin dei conti, può giudicare positivamente qualsiasi tentativo di superare le monete fiat gestite da banche centrali. Dunque, Galimberti ricorda che c'è chi vorrebbe che la moneta sottostesse alle leggi di mercato, dopodiché introduce il bitcoin. “Un geniale e misterioso esperto – Satoshi Nakamoto – ha creato
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