di PAOLO L. BERNARDINI
Se vi è un Ottocento italiano libertario, oltre che liberale classico – e tra i non molti ma significativi autori ancora spicca Francesco Ferrara, di cui la Libreria San Giorgio ha pubblicato nel 2014 “Libertà in tutto e per tutti”, un’antologia ricchissima di spunti, sorprese e conferme – vi fu senz’altro però, di portata assai maggiore, un Ottocento anarchico, di quell’anarchia pre-marxista disprezzata, come espressione infantile di socialismo, dallo stesso Marx, un vivissimo Ottocento bombarolo e tirannicida, ed il secolo quasi fatalmente si concluse, nel 1900, con l’assassinio di un re, e la preparazione di altri attentati, in tutta Europa, e forse in tutto il mondo. Anzi, tuttora, lo stesso universo semantico del termine “libertario”, nell’opinione e nel sentire comuni, si declina piuttosto verso l’anarchismo di sinistra, l’anarco-socialismo, che non verso l’anarco-capitalismo. Se mi definisco “libertario”, incautamente,
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