di ANDREA SARTORI
Gramsci è una delle figure "intoccabili". Quelle di cui sei obbligato a parlar bene perché è stato una vittima del fascismo, era un grande intellettuale e blah blah blah. Poi ultimamente lo han tirato fuori con la stantìa retorica dell'«odio gli indifferenti» contro l'astensionismo. La retorica di un fanatico, come ben si intuisce dietro quella faccia gelida da intellettuale giacobino.
Gramsci è una figura sinistra (non "di sinistra". Proprio sinistra). È una vittima del fascismo ma, avesse avuto lui il potere, non sarebbe stato tanto meglio di Mussolini.
Da un lato, come ho spesso ripetuto, la sua "egemonia culturale" è stata una catastrofe per la cultura italiana peggio delle piaghe d'Egitto. Lui ha teorizzato una mafia ideologica come nemmeno Mussolini è riuscito a fare, una peste che ci ammorba ancora a trent'anni dalla caduta del comunismo e che infesta editoria, scuola e università.
Ma c'è dell'altro. La guerra che mosse ad una figura dav
Buongiorno, si faccia un favore vada a studiare.
Lei se ne faccia due: non studi perchè è inutile e se ne stia alla larga!
E’ evidente che per qualcuno (che ovviamente non si espone troppo) portare a conoscenza del pubblico ciò che Matteotti pensava di Gramsci e che è stato sempre censurato, significa non aver studiato. L’informazione e la conoscenza come sinonimi del loro contrario, un’assurdità linguistica figlia dell’egemonia culturale. Naturalmente ci si guarda bene dal riferire cosa si dovrebbe studiare, dove sarebbero le eventuali inesattezze. Sempre così, più gradassi che gramsciani.