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La “sindrome dei no-coiner”: una lettura psicologica e culturale della libertà

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di LEONARDO FACCO Ancora oggi, per chi si occupa di divulgazione del protocollo Bitcoin, la reazione più frequente davanti a Bitcoin è ancora oggi sorprendentemente primitiva: «Per me è una bufala»; oppure: «No, guarda, non mi interessa». Nessun confronto, nessun dubbio, nessun desiderio di capire. Giovanni Birindelli, in un podcast de "Il Truffone di un annetto fa", che ho riascoltato oggi su Radioliberland, ha proposto una sua spiegazione non scientifica ma profondamente intuitiva di questo comportamento, che definisce “sindrome dei no-coiner”. Una miscela di riflessi psicologici, abitudini culturali e fedeltà emotiva allo Stato che impedisce a molti di mantenere anche solo un minimo di apertura mentale davanti a un cambiamento epocale. Questa sindrome si poggia su tre pilastri, che risuonano sorprendentemente vicine alle teorie economiche della Scuola Austriaca. 1. Dissonanza cognitiva e la crisi della “moneta di Stato” Bitcoin mette in discussione una convinzio
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