di ANTONIO RUSSO
Ho letto stamane, la lettera pubblicata da Francesco Besana, giunta a voi dal lontano Brasile e inneggiante all'indipendenza del Veneto.
Comprendo le ragioni di chi scrive su questo quotidiano, e mai l’unità d’Italia è stata tanto discussa, ostracizzata e messa alla berlina come in quest’ultimo anno passato. Guardando le librerie, mentre l'estate scorso stavo in vacanza in Sicilia, mi sono accorto che per l’anno in cui si festeggiavano i 150 anni del nostro paese, molti dei libri usciti erano contro, anche quando a firma di “terroni convinti” come Pino Aprile, che non ha fatto mistero – come dimostrato dall’intervista apparsa qualche giorno fa su questo giornale – di essere convintamente unitarista.
Ciononostante, mi permetto di insistere col sostenere che l’Italia unita è nella natura delle cose. Dai tempi di Dante è radicata l’unità linguistica. Dai tempi di Galileo la genialità degli italiani è una dote di questo paese. Dai te
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