Integrazione, un ministero che non ha alcun senso

di GIAN LUIGI LOMBARDI CERRI La polemica che infuria da più giorni tra quelli che parlano di cocchi, di banane e di scimmie e coloro che si stracciano le vesti per queste azioni dimostra che i secondi non hanno certamente una cultura superiore ai primi e che, cosa ormai assodata, questa è proprio una "Repubblica delle Banane". Vediamo di fare un’analisi pacata della situazione. 1.- Anzitutto non si riesce proprio a capire che cosa ci sta a fare un “Ministero dell’integrazione”, a capo del quale ci metto uno straniero (bianco, rosso verde o giallo non importa). Straniero che, nell’infelice Itaglia, oltretutto proviene da un paese in cui si pratica ancora il cannibalismo e che l’integrazione è sottolineata da massacranti guerre tribali. Che cosa pretende di insegnarci la Ministra, solo Iddio lo sa! Ci pensate che ridicolaggine se in ogni famiglia italiana si nominasse uno dei componenti “adatto ad educare i visitatori"? Se poi uno di noi venisse nominato “esperto