di PAOLO L. BERNARDINI
Con vivo dolore accolgo la notizia della morte di Lorenzo Infantino, avvenuta a Roma oggi, il 18 gennaio. Per utilizzare la ben nota immagine virgiliana, ebbene, i liberali classici, e soprattutto i liberali classici strutturati in ambito accademico, sono davvero “rari nantes in gurgite vasto”. Nuotano coraggiosamente soli, pochissimi, nel gorgo vasto, nel “maelström” di Edgar Allan Poe, fatto di socialismo, collettivismo, neo-marxismo, ambientalismo, wokismo, comunismo, centralismo, re-distribuzionismo, decrescitismo felice, e chi più ne ha, di cotale immonda materia – il demonio, suppongo – più ne metta.
Difficile sopravvivere, in tale melma. Poi si rischia di sopravvivere mutati e malati e impazziti, stravolti, precocemente invecchiati come il protagonista del ben noto racconto di Poe, l’unico superstite del naufragio. Non solo in Italia, occorre dire, non solo in Europa, sono così pochi, i liberali veri. Ma soprattutto in Italia, e sop