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Assistiamo alla fine del “regime di verità” giornalistico

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di AGUSTIN LAJE Il concetto di “regime di verità” appartiene a Foucault. Con esso, egli si riferisce all’insieme di procedure, meccanismi e pratiche istituzionali mediante i quali una società produce, convalida, distribuisce e legittima ciò che considera vero in un determinato momento storico. La stampa, che ha mosso i suoi primi passi nel mondo moderno spodestando il regime di verità dei despoti, ha finito per associarsi ai loro successori: gli statalisti di ogni genere. Da guardiani della libertà, molti si sono trasformati in obbedienti cortigiani. Per circa tre secoli, la stampa è diventata il regime di verità per eccellenza. In una lettera al suo amico Friedrich Niethammer, datata 1821, Hegel scrive: “La lettura del giornale è la preghiera mattutina dell’uomo moderno”. Non senza una certa ironia, il filosofo tedesco stava indicando che gli individui moderni cercavano nel giornale una forma quotidiana di orientamento, quasi rituale, nei confronti del mon
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