di ALTRE FONTI
Anche la morte di un proprio caro è svalutabile a prezzi d’inflazione. E - quel che è più grave - è liquidabile dall’istituto statale per gli infortuni sul lavoro con quasi 60 anni di ritardo. Ne è prova quanto accaduto alla signora Annalisa Lonati di Nave, che nei giorni scorsi ha ricevuto l’avviso di rimborso Inail di 444,76 euro per la morte in una acciaieria del paese di suo zio, Severino Busacchini, avvenuta però il 30 marzo del 1954.
«L’EFFICENZA DELLA NOSTRA BUROCRAZIA?». «Quasi certamente quella pratica sarà rimasta sepolta in qualche cassetto – commenta al telefono la signora Annalisa -. Ma mi chiedo come mai decidere di portarla a termine dopo 60 anni. Sarebbe stato forse più dignitoso per tutti cestinarla». Già. Perché Annalisa non potrà incassare direttamente l’assegno. Deve produrre una serie di scartoffie per dimostrare il grado di parentela ed altro. Sessant’anni fa quei 444 euro equivalevano ad oltre un anno e mezzo di s
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