di TOMASO FREDDI
“Mercator ergo peccator” continuavano ossessivamente a ripetere i predicatori della Chiesa nel Medioevo. Da allora, nonostante il trionfo e lo sviluppo del capitalismo, non ci siamo ancora liberati da un problema che, come ha scritto Luciano Pellicani (“Saggio sulla genesi del capitalismo” ed. Sugarco-Milano), “è rimasto conficcato per secoli nel cuore della civiltà occidentale, aprendo una dolorosa ferita che ancor oggi sanguina.” Ancora ai nostri giorni, con periodicità sempre più frequente, la borghesia imprenditoriale cerca in ogni modo di conciliare il successo dell’impresa, di cui è senza dubbio protagonista, con le vie del Paradiso. Ma, malgrado molti pensatori e filosofi si siano impegnati, anche con validissime argomentazioni, a dimostrare che si può essere buoni cristiani ed eccellenti capi d’industria (citiamo in particolare Michael Novak “Spezzare le catene della povertà” ed. liberilibri), nonostante l’azione composta ma eff
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