di GILBERTO ONETO
In questi giorni il ministro-prefetto agita il pugno davanti ai camionisti, ma lo usa con durezza solo contro i no-Tav della Valsusa. Le modalità della repressione richiedono un paio di considerazioni.
La prima riguarda l’oggetto della severità dei detentori dell’ordine e del potere: non se la prendono con le organizzazioni malavitose, sono prudenti contro le folle che difendono i camorristi contro la polizia che va ad arrestarli, non si fanno quasi vedere quando extracomunitari si rivoltano e mostrano la loro vera voglia di integrarsi, non si muovono quando i sindacati bloccano strade e ferrovie. Se la prendono invece con grande vigore contro i manifestanti pacifici, contro le famiglie valsusine, come se l’erano presa – con uguale arroganza – contro i trattori degli allevatori a Vincimuglio. Tutti ricordano la violenza vandalica stupida e inutile contro i mezzi di lavoro.
La seconda considerazione riguarda la tempestività dell’azione. Uno dei
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