di LEONARDO FACCO
Abbiamo dedicato più di un articolo specifico all'argomento su questa rivista, ma una sintesi del perché gli indottrinatoi di Stato siano un problema e non la soluzione non l'avevamo ancora azzardata. Oggi, ci proviamo.
Partiamo da Illich e la sua “società senza scuola”. Ivan Illich, nel celebre Deschooling Society (1971), individua nella scuola pubblica un’istituzione totalizzante che sostituisce la vera educazione con la certificazione burocratica: «La scuola fa credere che l’istruzione valga soltanto se certificata da un’istituzione riconosciuta»¹. L’atto educativo, secondo l'autore, diventa così un rituale di legittimazione sociale, in cui il diploma sostituisce la conoscenza reale. Per Illich, l’obbligo scolastico è una “forma di incarcerazione minorile” che non emancipa, ma disciplina.
Da una prospettiva opposta, ma sorprendentemente convergente, Paulo Freire in Pedagogy of the Oppressed (1970) denuncia il modello scolastico come “