di GILBERTO ONETO
Era cominciata con l’Euro, poi è venuta fuori la storia della Volkswagen: nell’italico stivale è scoppiata la solita bagarre antitedesca, piena di luoghi comuni, pirlate e trivialità.
Nell’italica storia l’anti-tedeschismo è una costante che imperversa e poi scompare come un fiume carsico per ritornare prepotente in superficie, soprattutto nei periodi di crisi. Quando le cose vanno male viene sbandierato il babau d’oltralpe, salta fuori il tedesco brutto e cattivo, il bevitore di birra, il vicino prepotente che rutta e parla una lingua gutturale. Quando gli italiani veraci (i patrioti italianissimi in prima fila) non sanno da che parte grattarsela per le rogne che loro stessi combinano, se la prendono con i crucchi, i tognitti, i truder, i pluffer e via insultando.
Il primo responsabile della capziosa creazione del “nemico storico” è stato il Risorgimento: si è inventato il mito di Legnano creando una contrapposizione inesistente in term
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