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Di “buone tasse” sono lastricate le vie dell’inferno fiscale (italiano)

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di MATTEO CORSINI "Se è necessaria una tassa, è quella sull'analogico. Bisogna incentivare il digitale penalizzando i processi analogici. E il vantaggio è che, in tal modo, questa tassa andrà poi naturalmente a estinguersi". Intervenendo all'Italian Digital Day, il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, ha dapprima elogiato il governo (alla presenza di Renzi, of course) per quanto sta facendo per il digitale, poi ha proposto di tassare l'analogico allo scopo di incentivare il passaggio al digitale. Non entro nel merito della questione tecnologica, non essendo competente. Mi interessa piuttosto evidenziare la pessima abitudine, peraltro molto diffusa, di invocare l'uso della tassazione per spingere le persone a fare ciò che il proponente ritiene opportuno. Non è un caso che quasi sempre il proponente trarrebbe vantaggio dall'adozione del provvedimento fiscale che suggerisce. Questa abitudine, che trovo fastidiosa quando a proporre nuove tasse (o aumenti di quelle esis
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1 COMMENT

  1. In quello che dice Recchi io vedo una richiesta di aiuto pubblico per l’attività industriale che dirige.
    Questa tassa è semplicemente un aiuto pubblico sotto mentite spoglie.
    In questo caso l’occhiuta unione europea che fa?
    Se non ricordo male sono vietati gli aiuti pubblici ad aziende private.

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