di ANDREW TORBA
Quando Internet è emerso per la prima volta, è stato presentato come uno strumento di liberazione. Credevamo che avrebbe democratizzato l'informazione, dato voce a chi non ne aveva e favorito un villaggio globale di cittadini informati. In molti modi, lo ha fatto. Portiamo con noi supercomputer tascabili che ci concedono accesso istantaneo a ricerche mediche, letteratura antica e le storie collettive dell'umanità. Tuttavia, invece di favorire una comprensione più profonda, Internet è diventata un campo di battaglia di caos, un parco giochi per algoritmi che privilegiano l'oltraggio rispetto all'intuizione e uno specchio che riflette i nostri sé più frammentati.
Oggi, il paradosso è innegabile: siamo più connessi che mai, eppure più soli; più informati che mai, eppure più confusi; più intrattenuti che mai, eppure più vuoti di prima. Gli studi mostrano che i tassi di ansia, depressione e isolamento sociale sono aumentati parallelamente all'adozione deg