di MATTEO CORSINI
Uno dei neo parlamentari del M5S, il cui nome figura nella lista di ministri inviata irritualmente al presidente della Repubblica prima ancora delle elezioni, è Lorenzo Fioramonti, keynesiano in salsa sudafricana, nel senso che finora ha insegnato all’università di Pretoria.
Da più parti si (stra)parla di un governo tra M5S e Lega, ancorché sui temi economici i cavalli di battaglia siano pressoché inconciliabili e, in entrambi i casi, realizzabili solo ampliando non di poco il deficit. A proposito di flat tax, ecco perché Fioramonti boccia in buona sostanza l’ipotesi: “Riteniamo la flat tax costosissima, poi bisogna vedere che tipo di flat tax viene fatta. In generale, quel che serve è un intervento di investimento da parte dello Stato, che sappia individuare il percorso economico più intelligente per avere un alto impatto sulla generazione di posti di lavoro e sul benessere delle persone. Il rischio è che una flat tax fatta in maniera poco innova
Questi fanno i furbi.
Devono dire, chiaro e tondo, che le imposte si riducono e lo stato riduce la sua spesa pesantemente.
Se non lo fanno è perchè pensano alla loro rielezione e non al benessere ed ai risparmi della gente.