di MATTEO CORSINI
Da quando è diventato ministro per gli Affari Europei, Paolo Savona rilascia poche dichiarazioni, peraltro lamentandosi di essere sempre male interpretato o, peggio, interpretato con malafede. Sta di fatto che il modo migliore per non essere male interpretati è fare dichiarazioni chiare, a prova di imbecille. Non lasciare adito a dubbi. Non sembra essere questo uno dei punti di forza di Savona (mi chiedo se fosse così anche quando era in cattedra).
A proposito del famigerato Piano B, eccolo sfogarsi sul giornale economico finanziario che ne ha sposato la causa, ossia MF/Milano Finanza. Savona sostiene che si sarebbe limitato ad affermare che “ogni gruppo dirigente ha sempre nel cassetto un Piano B per affrontare eventi gravi (ho richiamato il celebre Cigno nero di Taleb).”
Il Cigno nero dovrebbe consistere nell'uscita accidentale dell’Italia dall’Area dell’euro. Nessuno ha messo in dubbio che quello sarebbe un Cigno nero. Eppure non credo affatto
Savona è vecchio.
Da ritiro a vita privata.
Manca di coraggio.
Si effettivamente difficile imputare come un avvenimento eccezionale , un cigno nero, per esempio , un crollo di tutti gli asset finanziari, dopo la droga iniettata oramai da anni dalle banche centrali e con le conseguenze nefaste sul sistema Italia che verrebbero a configursrsi. Non è ne un avvenimento eccezionale ne non prevedibile , è nello stato delle cose, fa parte dei cicli economici , come appunto spiegano bene gli austriaci. Non so se effettivamente il professore voleva riferirsi ad un tale evento. Ma questo, in ogni modo, essendo la principale fonte di destabilizzazione, non può in ogni modo configurarsi come cigno nero.