di LEONARDO FACCO
Massimo Gramellini appartiene, a tutto tondo, al regime dell'informazione nazicomunista. Un vero servo della penna, un baluardo del politicamente corretto, un ospite illustre di qualsiasi trasmissione dedita alla propaganda di Stato, a partire da quello spettacolino indecoroso condotto da Fazio, ma pagato dai contribuenti. Del resto, uno che è stato sposato con la figlia di Rodotà, in Italia, non poteva che fare carriera, no?
Non v'è dubbio, basta scrutarlo con occhio clinico, che Gramellini - vuoi anche per i traumi subiti in passato - abbia qualche serio problema di carattere psicologico, quello di far espiare ad altri colpe inesistenti. Basterebbe rileggere ciò che ha scritto durante la tragica farsa pandemica covidiota per fugare ogni dubbio.
Ma veniamo al dunque. Un paio di giorni fa, nella rubrica quotidiana che il Corriere della Sera gli pubblica, ha superato sé stesso, arrivando a sostenere - lui, pseudo-paladino dell'egualitarismo - che per ave
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