di NICHELCROMO MOLIBDENO
La volontà originaria che stava alla base dell'appello ai diritti naturali fatta dal liberalismo, era quella di proteggere l'individuo dagli arbìtri del potere. Secondo Locke, padre del liberalismo giusnaturalista, ognuno possiede, in quanto individuo, dei diritti inalienabili di libertà (alla vita, all'incolumità personale, alla proprietà e al perseguimento della propria felicità) indipendentemente da quale sia il gruppo sociale o la classe a cui appartiene. Questi diritti fanno in modo che ciascun individuo venga trattato dagli altri come un essere libero, sovrano sulla propria vita e sui propri beni, e che, a sua volta, egli abbia doveri di non-interferenza verso gli altri. Per la loro natura di libertà negative che derivano dalla legge naturale, essi si rispettano non violandoli, e il dovere di non violarli ricade, in modo chiaro e inequivocabile, su ognuno di noi.
Oggi, invece, le nuove concezioni del diritto positivo hanno esteso lo status di
Conservatori? Di cosa? Della cultura libera? Se non è libera non è cultura. Conservare gli attuali sistemi politici non mi sembra un buon obiettivo. Appoggiare i partiti che si definiscono conservatori è un’altra scelta che non condivido, visto il loro mercantilismo fattuale e la loro scarsa volontà di perseguire un modello politico autenticamente libero. Conservare la libertà potrebbe essere un impegno di alto valore etico ma attualmente occorrerebbe prima riconquistarla; o forse conquistarla per la prima volta. “Socialmente” conservatori. Un avverbio che può rilevarsi oscuro e perfino preoccupante.