di ARTURO DOILO
Da qualche anno, gli eco-nazisti celebrano la "Giornata della Terra", ovvero il giorno in cui sono osannati l'ambiente e la salvaguardia del pianeta blu. Le Nazioni Unite celebrano questa ricorrenza ogni anno, un mese e un giorno dopo l'equinozio di primavera, esattamente il 22 aprile.
Nel dibattito contemporaneo sull’ambiente (corroborato da idiozie letterarie come "Laudato sii", l'enciclica di Papa Francesco), è sempre più comune assistere a una stucchevole idealizzazione dei cosiddetti “popoli antichi”, spesso presentati come modelli di saggezza ecologica. Questa narrazione — che ha poco di storico e nulla di scientifico — dipinge civiltà arcaiche, spesso tribali e superstiziose, come custodi di un armonioso equilibrio con la natura. In realtà, si tratta di una mistificazione ideologica: un’operazione romantica e regressiva, buona per la retorica da festival ambientalista, ma priva di fondamento razionale.
Il culto della "Madre Terra", oggi rispo