di ROMANO BRACALINI
Monti va in America e al presidente Barak Obana dice :”Cambierò il modo di vita degli italiani”. Ancorché discutibile il modo in cui è assurto al potere e al laticlavio a vita, lui uomo di banche e di denari, se non per grazia ricevuta dal Quirinale, si deve dire che la fiducia che il premier ha di se stesso è illimitata e priva d’ogni senso di ironia. L’uomo è legnoso, l’eterno sorriso stereotipato, la cartella di carte sotto il braccio da bravo ragioniere e già tentato dall’improvvisa e tardiva notorietà a fare il salutino col braccio levato, come fa anche Napolitano benché la culla comunista sia stata mallevadrice di austerità e di scarsa simpatia. (L’avete mai visto un comunista allegro?). Benché non si capisca in che misura i provvedimenti fiscali di Monti – perché altro non si vede - abbiano risanato la vita pubblica, quel che ha fatto - ma più detto che fatto - ,hanno avuto l’effetto di suscitare vasti entusiasmi, se anche lo
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