di PAOLO L. BERNARDINI
Quel che – da molto tempo – sta accadendo al Ministero della Cultura italico, induce a diverse riflessioni. La prima riguarda il fatto che le vicende e gli eventi di tali entità sono divenuti essi stessi oggetti culturali, della migliore, o peggiore (a seconda dei punti di vista), “pop art”, e “pop culture”, che meriterebbe essa stessa indagini e libri. Non mancano tocchi da tragedia elisabettiana, ex-ministri feriti da amanti inferocite, ex-sottosegretari che riciclano e auto-riciclano, inserendo o facendo inserire candele (chissà perché una candela), all’angolo di tele (neo-)caravaggesche rubate, maldestramente, in sinistre ville quasi abbandonate, e occupate da anziane altrettanto sinistre e vagamente horror; ministri in carica che si lasciano andare a discorsi mistici, per iniziati (o per finiti?), che poi comici di mestiere con mestiere dileggiano, e finanche giornalisti dell’altra sponda politica che inclementi infilano il dito nella p