di ROMANO BRACALINI
Anche quest’anno ho seguito il Concerto di Capodanno da Vienna, conclusosi com’è tradizione con la Marcia di Radetzky. Il concerto della Filarmonica di Vienna, diretto dal maestro Daniel Baremboim, ha avuto ancora una volta la magia di riportare alla mente il mondo calmo e ordinato della Mitteleuropa, di cui fece parte anche il Lombardo-Veneto; un mondo che nostalgicamente contrasta per stile e concezione col “bordello” italiano.
Un susseguirsi di emozioni e di immagini che hanno appunto il loro momento culminante nella trascinante “Radetzky Marsch”, diretta argutamente da Baremboim e ritmata entusiasticamente dal pubblico in teatro. Contro la marcia di Radeztky hanno regolarmente protestato ad ogni inizio d’anno i “patrioti” italiani che avrebbero voluto che l’orchestra di Vienna la cancellasse dal suo programma di Capodanno. Il motivo era che la marcia offendeva i sentimenti degli italiani. Niente di più cretino. Al provincialismo si
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