di PAOLO MARINI
E' vero: l'«incidente Renzi-Fassina» ha già una solida chiave di lettura politica (schermaglie di ri-posizionamento tra fazioni) e forse è superfluo aggiungervi qualcosa. Nondimeno reputo che qui, come in molti altri ambiti della vita, ragionare di ciò che ho provvisoriamente definito "superfluo" non sia esercizio inutile. Quel “Fassina chi?” prontamente replicato dal leader PD ad un cronista nella conferenza stampa di sabato scorso, dice assai di più della (eterna) lotta tra fazioni dentro quel partito. E' latore di uno stile, di una “estetica” del rapporto con gli avversari che da un lato precede logicamente le ragioni o il merito dello scontro, dall'altro pare la sublimazione di questo drammatico ventennio: nella sua essenza sardonica e sbrigativa, la risposta-domanda retorica è una sanzione di irrilevanza coram populo di quelle persone e posizioni politiche che sono finite in minoranza. Ha le fattezze della ridicolizzazione, che da sempre è l'
Comments are closed.