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Milano, il “vendicatore solitario” in tribunale e i funerali di stato

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di GILBERTO ONETO Sulla vicenda del “vendicatore solitario” del Tribunale di Milano è stato detto di tutto e di più. Senza entrare nel merito della vicenda e sulla gravità del fatto, senza dover ribadire ogni doverosa considerazione sull’infamia del gesto e sulle carenze della sicurezza, serve solo fare alcune rapide considerazioni “a margine” da sottoporre ai nostri lettori. La prima riguarda la leggerezza con cui l’ipocrisia corrente condanna una vicenda che sembra la fotocopia della trama di uno dei tanti telefilm che esaltano le gesta di chi – vittima di qualche giustizia o sopruso – non trova di meglio che sistemare le cose a modo suo in pittoresca solitudine da Far West. Ma se Charles Bronson, Steven Seagal o il Conte di Montecristo  sono considerati  degli eroi, perché questo Claudio Giardiello è dipinto come l’esatto contrario? Un po’ di mea culpa sulla spettacolarizzazione della “legge del taglione” andrebbe fatta. La seconda concerne la
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4 COMMENTS

  1. Il bello della vicenda è che l’autore del massacro “DEVE” essere accusato di pazzia, diversamente ai potenziali suicidi per disperazione, sani di mente , viene indicata una più valida alternativa al proprio suicidio.
    Ahi. Ahi, Ahi se il concetto dovesse passare !

  2. Suicidio e giustizia sommaria da far west.
    Sono due risvolti della disperazione e, forse, di una malattia più profonda.

    Non c’è dubbio sulla mia preferenza.
    Il far west.

  3. Perfetto e condivisibile.Da aggiungere che i giudici si lamentano di essere lasciati soli.Purtroppo sono soli e senza controllo quando iniziano inchieste che non approdano a nulla e che p0rtano a sprechi

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