de IL POLENTONE
Tutti felici e contenti del ritorno a terra della prima astronauta italiana, proprio come si fosse vinto il mondiale di calcio. Il tricolore ha fluttuato nello spazio per 200 giorni e questo ha fatto gonfiare i petti e inumidire le ciglia: tutti hanno avuto parole di entusiastica e patriottica esaltazione per questo nuovo patrio cimento. Ovviamente siamo tutti felici per gli exploit e le “conquiste” di questa nubile eroina e, soprattutto, che sia riuscita a riportare a terra i suoi glutei senza neppure un livido da mancanza di gravitazione.
Meno piacere può fare il cercare di scoprire quanto costi tale “celestiale” volteggio ai contribuenti.
Della vicenda si occupa l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che ha un budget annuale di 1,3 miliardi e 200 dipendenti (6,5 milioni a cranio) in collaborazione con la European Space Agency, un altro carrozzone da 3,24 miliardi l’anno, cui l’Italia contribuisce con 330 milioni, terzo contribuente, davanti alla Gr
La signorina che si è fatta il giretto nello spazio a spese nostre, non ha quasi fatto a tempo ad arrivare in orbita che subito ha dichiarato a beneficio del potere romano e dei suoi giornalisti: “quanto è bella l’i-taglia vista da qui”. Vero, devi metterci in mezzo almeno 40.000 km perchè l’i-taglia possa sembrar bella, più da vicino fa schifo e se ci vivi è un’incubo!