di ENZO TRENTIN
La democrazia rappresentativa non è democrazia, ed è moralmente ed eticamente inaccettabile, perché presuppone che gli altri: i “rappresentanti”, decidano per noi stessi. L'etica, in quanto scienza del comportamento umano, regola il bene dell'uomo in relazione ai valori, ai principi, e alle norme morali.
Come spesso accade (a dire il vero accade a chi punta a mantenere o aumentare il proprio consenso elettorale), non c’è alcuna logica, alcun sistema coerente di valori etici nel “rappresentante” che, una volta eletto, pretende di fare da sé o come il partito politico di appartenenza gli comanda. Chi afferma il contrario sostiene, anche non intenzionalmente, il diritto d’un gruppo di persone (i rappresentanti) di ridurre in schiavitù un altro gruppo di persone (gli elettori). Queste sono le basi da cui partire quando si parla di democrazia, non il fatto che l'avente diritto abbia votato per l'uno o l'altro candidato, o per l'uno o l'altro partito.
infatti non ci sarà indipendentismo catalano (purtroppo) proprio perché nella tensione emotiva dell’orgasmo populistico il vero intendo è quello di arrivare a dar vita ad un nuovo stato nazione con gli stessi limiti generali e speciali di quello di provenienza.
Le persone concrete (che sono la maggioranza) danno più peso al come pervenire ad una nuova organizzazione sociale perché nella pentola ci son già ed è nelle braci che non vogliono finire.
Le persone concrete si giocano, come imprenditori, le loro prospettive nella speranza che quattro agitatori (sia pur legittimamente) si mettano …..poi …..in seguito …..forse…d’accordo su come spartirsi il potere prima di poter discutere di un poco fantasioso impianto etico e legale da offrire ai liberati.
Gli imprenditori poi sono la parte che ha messo tutto sul tavolo e d’anticipo. A chi si trova in trincea col patrimonio (grande o minimo) ed una vita di sacrifici non si può pretendere ulteriore atto di fede.
A chi vive di perspicace e vigile ricerca di nuovi modi per produrre ricchezza per se e per gli altri, giocandosi tutto, non basta sapere che qualcuno in qualche modo provvederà a regolare le libertà economiche.
I rischi d’impresa non dicono nulla alla testa dei politici? I politici, che nulla rischiano nel compromesso, lo piglieranno in quel posto.
Quel che è drammatico è che il popolo dovrebbe dimostrare di volere la secessione senza alcun indirizzo, o meglio, fino a prova contraria, con lo stesso indirizzo di prima mediato dai cavalieri dell’Apocalisse, solo più in piccolo.
Il socialismo monetario e democratico non ha ancora terminato di fare danni.
Questi republistronzi, per totale ignoranza della complessità ed articolazione dei processi della collaborazione sociale spontanea, tolgono una reale possibilità alla gente ed una speranza a tutti gli altri indipendentismi orbi che scimmiotterebbero inconfessabilmente. (spero vivamente di sbagliarmi, ma non credo).
Platone ed Aristotele non davano giudizi lusinghieri sulla “democrazia”. In essa manca del tutto la responsabilità delle decisioni, dei comportamenti e conseguentemente degli errori. Così come viene interpretata e realizzata si basa sulla “quantità” e non sulla “qualità”.
troppo vero
Interessante e come sempre, Enzo trentin, arriva al cuore del problema.