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Per la Corte di Strasburgo la Giustizia italiana è agghiacciante

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di EDOARDO MONTOLLI Era l’estate del 2007 e stava per entrare il vigore la separazione delle carriere voluta dall’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli. Pochi giorni prima che diventasse legge, passò però la riforma del Guardasigilli che ne aveva preso il posto, Clemente Mastella. Di due binari diversi per giudici e pm non se ne fece più nulla. L’anno si è chiuso con l’assoluzione di Matteo Salvini, che ha giurato di portarla a termine. Dubito che ci riuscirà. Però la fotografia che la Corte di Strasburgo restituisce della nostra giustizia è agghiacciante: non siamo solamente il Paese al vertice delle condanne per lentezza processuale. Ma siamo in cima alla classifica dei Paesi occidentali per le violazioni dei diritti della difesa, ovvero la seconda parte dell’articolo 6 del Trattato per i diritti dell’Uomo. E lo siamo a tal punto che nel 2011 la Consulta emanò la sentenza 113 che prevede la ricelebrazione del processo in caso di condanna al nostr
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1 COMMENT

  1. la separazione dei poteri resta tuttavia un totem senza alcun fondamento logico, contraddetto peraltro dai fatti come l’articolo evidenzia, e uno dei peggiori raggiri per le persone comuni, che infatti hanno scambiato la democrazia per la Libertà e accettando di vivere solo dietro autorizzazione e concessione delle autorità, anzichè senza alcuna limitazione ad esclusione dall’aggredire il prossimo

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