di ROMANO BRACALINI
Saviano, da buon napoletano, ha venduto per buona merce contraffatta o per meglio rubata. Il suo “Gomorra”, best sellers mondiale, è frutto di furti, nel senso che il celebrato autore,il cui mito si sta sfaldando, ha copiato intere pagine da articoli di cronisti napoletani che fin dall’uscita del libro avevano intentato causa a Saviano per plagio e ne avevano fornito ampia prova. Saviano non si era nemmeno curato di fare la parafrasi degli scritti altrui. Copiati parola per parola. La vicenda giudiziaria è andata per le lunghe e i giornali e le televisioni amiche del Saviano avevano tenuto ben nascosto il misfatto. Ma adesso che Saviano è stato condannato in appello a risarcire i cronisti per averli derubati costruendo sul loro lavoro la propria fortuna editoriale, sfacciata in quanto fasulla, non è stato più possibile mettere l’embargo alla notizia.
Saviano ha annunciato che ricorrerà in Cassazione e come dicono i veneti la “pezza è peggiore
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